Data Card - Le politiche di coesione per un'Italia plastic free

31/07/2023

OpenCoesione dedica una Data Card ad alcuni specifici interventi della politica di coesione per la riduzione della produzione della plastica e dei rifiuti plastici nell'ambiente. Lo fa in occasione dell’iniziativa Plastic Free July®, promossa dalla Plastic Free Foundation, che lavora per realizzare la visione di un mondo libero dai rifiuti di plastica. È iniziata nel 2011, diventando negli anni un movimento capace di coinvolgere, nel 2022, oltre 140 milioni di persone in tutto il mondo. "Se vuoi andare veloce, vai da solo; se volete andare lontano, andare insieme" è del resto uno dei messaggi chiave dell'azione promossa dalla fondazione, che negli anni ha saputo coinvolgere oltre ai cittadini anche imprese e istituzioni.

Tra gli esempi positivi citati nell'Impact Report 2022 della Plastic Free Foundation, un'organizzazione no profit che ha sede in Australia, ve n'è anche uno significativo che riguarda il nostro Paese, che ha visto uno dei principali attori del mercato della pasta secca abbandonare gli imballaggi in plastica, riducendone così l'uso di circa 126.000 chilogrammi.

Nel corso degli ultimi anni, la Commissione europea ha sviluppato una strategia d'azione sulla plastica, parte del pacchetto dedicato all'economia circolare. Elemento chiave di questa strategia è la Direttiva (UE) 2019/904 sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente.

In particolare, fa riferimento alla "plastica oxo-degradabile" utilizzata per realizzare confezioni monouso. Si tratta di materie plastiche contenenti additivi che attraverso l’ossidazione comportano la frammentazione della materia plastica in microframmenti o la decomposizione chimica. Il problema che si vuole affrontare è grave: nell’Unione, dall’80 all’85% dei rifiuti marini rinvenuti sulle spiagge sono plastica: di questi, gli oggetti di plastica monouso rappresentano il 50%, mentre il 27% sono oggetti collegati alla pesca.
"I prodotti di plastica monouso - spiega la Commissione europea - comprendono un’ampia gamma di prodotti di consumo frequente e rapido che sono gettati una volta usati, raramente sono riciclati e tendono pertanto a diventare rifiuti. Una percentuale significativa degli attrezzi da pesca immessi sul mercato non è raccolta per essere trattata. I prodotti di plastica monouso e gli attrezzi da pesca contenenti plastica sono pertanto un problema particolarmente serio nel contesto dei rifiuti marini, mettono pesantemente a rischio gli ecosistemi marini, la biodiversità e la salute umana, oltre a danneggiare attività quali il turismo, la pesca e i trasporti marittimi".

Secondo le stime della Commissione europea, i prodotti di plastica monouso cui si riferiscono le misure della Direttiva 2019/904 rappresentano circa l’86% dei prodotti di plastica monouso rinvenuti sulle spiagge dell’Unione.

Tra gli oggetti di plastica monouso più frequentemente rinvenuti sulle spiagge dell’Unione ci sono i filtri di prodotti del tabacco contenenti plastica e i tappi e coperchi di plastica dei contenitori utilizzati per bevande.
L'urgenza di azioni radicali come quelle realizzate dalla Commissione europea, che a partire dal 3 luglio 2021 impedisce di mettere sul mercato piatti, posate, cannucce, bastoncini per palloncini e cotton fioc di plastica monouso, nonché tazze, contenitori per alimenti e bevande in polistirene espanso e tutti i prodotti in plastica oxo-degradabile, è supportata anche dai dati contenuti nell'ultimo Global Plastic Outlook dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Analizzando le proiezioni al 2060 si evidenzia che "l'uso globale di plastica dovrebbe quasi triplicare rispetto ai livelli del 2019, grazie alla crescita economica e demografica" portando l'uso di plastica a crescere da 460 milioni di tonnellate (Mt) nel 2019 a 1231 Mt nel 2060. "Si prevede che le perdite di plastica nell'ambiente raddoppieranno fino a 44 milioni di tonnellate (Mt) all'anno, aggravando l'impatto sull'ambiente e sulla salute. Nel frattempo, le scorte di plastica accumulate nei fiumi e negli oceani dovrebbero più che triplicare, passando da 140 Mt nel 2019 a 493 Mt nel 2060".