Data Card - Le politiche di coesione e il diritto all’acqua

22/03/2023

Il 22 marzo le Nazioni Unite celebrano la Giornata mondiale dell'acqua, che quest'anno è finalizzata ad accelerare il cambiamento per risolvere la crisi idrica e igienico-sanitaria. "Poiché l'acqua riguarda tutti noi, è necessario che tutti agiscano" scrive l'Onu promovendo il World Water Day 2023, invitando "famiglia, scuola e comunità" a "fare la differenza cambiando il modo in cui utilizzate, consumate e gestite l'acqua nella vostra vita". Dal 22 al 24 marzo a New York è in programma la UN 2023 Water Conference da cui scaturirà anche un'Agenda d'azione per l'acqua. La Conferenza è il primo evento di questo tipo da quasi 50 anni.




La Conferenza sarà l'occasione per fare il punto sull'impegno preso nel 2015, quando il mondo si è impegnato a realizzare l'Obiettivo di sviluppo sostenibile (SDG) 6 nell'ambito dell'Agenda 2030, con la promessa di garantire a tutti una gestione sicura dell'acqua e dei servizi igienici entro il 2030. "I governi devono lavorare in media quattro volte più velocemente per raggiungere l'SDG 6 in tempo" spiegano le Nazioni Unite.

In Italia, l'accelerazione della sfida alla crisi idrica e igienico-sanitaria è sostenuta anche dalla politica di coesione, che è impegnata nello sforzo di migliorare la qualità del servizio idrico integrato. Sono in tutto 3.540 i progetti monitorati sul portale OpenCoesione al 31 ottobre 2022, finanziati principalmente nei cicli di programmazione 2007-2013 e 2014-2020, con alcune anticipazioni dai fondi nazionali della politica di coesione nel 2021-2027.

Il valore complessivo è pari a 7,6 miliardi di euro. Di questi, 5,13 miliardi (pari al 67% del totale) sono dedicati ad interventi sulla rete idrica e per l'approvvigionamento della risorsa, mentre 2,43 miliardi di euro alla depurazione. Poco più del 90% delle risorse è destinato alle regioni del Mezzogiorno, ma non mancano anche nel Centro-Nord interventi importanti per il risanamento delle reti e il completamento del sistema di depurazione delle acque reflue.

I 4 progetti raccontati in questa Data Card sono tratti dal focus Idrico di OpenCoesione e affrontano alcuni dei problemi evidenziati negli indicatori territoriali per le politiche di sviluppo elaborati da Istat. La quota di popolazione equivalente servita da depurazione, che su base nazionale è pari al 73,4%, nel Mezzogiorno si ferma al 66,9% (Istat, 2015). La dispersione di rete, ovvero la differenza tra acqua immessa ed acqua erogata, nel 2018 è pari al 42% su scala nazionale (livello sostanzialmente invariato anche in base agli ultimi aggiornamenti pubblicati da Istat relativi al 2020, che però non presentano al momento dati relativi alla disaggregazione territoriale) e al 47,9% nel Mezzogiorno, con punte del 50,7% nelle isole. Il volume di acqua complessivamente prelevato per uso potabile dalle fonti di approvvigionamento presenti in Italia è di 9,19 miliardi di metri cubi nel 2020, pari a 155 metri cubi annui per abitante. Prelievo di risorsa idrica tra i più alti d’Europa, anche a causa delle elevate delle dispersioni di rete.