Data Card - Le politiche di coesione e le zone umide

31/01/2024

La Convenzione relativa alle zone umide di importanza internazionale, firmata a Ramsar, in Iran, il 2 febbraio 1971, riconosce “l'interdipendenza dell'uomo e del suo ambiente”.
Il testo, che in Italia è stato ratificato e reso esecutivo con il DPR 13 marzo 1976, n. 448  e con il successivo DPR 11 febbraio 1987, n. 184, spiegava inoltre - più di cinquant’anni fa, vent’anni prima della conferenza di Rio de Janeiro sullo sviluppo sostenibile - che “le zone umide costituiscono una risorsa di grande valore economico, culturale, scientifico e ricreativo, la cui scomparsa sarebbe irreparabile”.

Sono questi gli elementi che, dal 2022, anche le Nazioni Unite celebrano nel World Wetlands Day, per sottolineare l’importanza della Convenzione che si pone come obiettivo la tutela internazionale delle zone umide “mediante la loro individuazione e delimitazione, lo studio degli aspetti caratteristici, in particolare dell'avifauna, e la messa in atto di programmi che ne consentano la conservazione degli habitat, della flora e della fauna”.

Oggetto della Convenzione sono la gran varietà di zone umide: le paludi e gli acquitrini, le torbiere, i bacini d'acqua naturali o artificiali, permanenti o transitori, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata, comprese le distese di acqua marina, la cui profondità, durante la bassa marea, non supera i sei metri.

​​Ad oggi sono 172 i Paesi che hanno sottoscritto la Convenzione e sono stati designati più di 2.400 siti Ramsar per una superficie totale di più di 250 milioni di ettari. In Italia le zone umide d’importanza internazionale riconosciute e inserite nell’elenco della Convenzione di Ramsar sono ad oggi 57, distribuite in 15 Regioni (ben 9 nella sola Sardegna), per un totale di 73.982 ettari. L’elenco completo è sul sito del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Inoltre sono stati emanati i Decreti Ministeriali per l’istituzione di ulteriori 9 aree e, al momento, è in corso la procedura per il loro riconoscimento internazionale.

Allargamento della rete e tutela sono elementi importanti perché, come ricorda il materiale predisposto dalla Convenzione per il World Wetlands Day 2024, le zone umide sono in pericolo, dato che si stanno perdendo tre volte più velocemente delle foreste, che più dell'80% di tutte le zone umide è scomparso dal 1700 e che questa tendenza si sta accelerando: dal 1970, infatti, almeno il 35% delle zone umide è andato perduto.

Come avevano chiaro i Paesi riuniti a Ramsar nei primi anni Settanta, non è solo una questione ambientale. Non a caso, il tema della Giornata mondiale 2024 è “Le zone umide e il benessere umano”. La campagna di quest'anno sottolinea l'interconnessione tra le zone umide e la vita dell'uomo, che da questi ecosistemi produttivi trae sostentamento, ispirazione e resilienza. Molti aspetti del benessere umano sono legati alla salute delle zone umide del mondo. Per questo, ciascuno di noi dovrebbe valorizzare e custodire le nostre zone umide. “Ogni zona umida è importante. Ogni sforzo è importante”. Anche la politica di coesione è attenta alla conservazione delle zone umide e ne promuove la conoscenza, attraverso progetti attinenti a più temi, Ambiente, Cultura e turismo, Trasporti e mobilità.