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Dopo trent'anni L'Aquila ha un nuovo stadio, su impulso degli studenti di ASOC

21/10/2022

“Il cantiere dello stadio era stato fermo per anni e in città si vedeva questa struttura che era lì ma non poteva essere utilizzata, e loro volevano capire i motivi per cui i lavori avanzavano così a rilento” ricorda la professoressa Anna Iorio. Fa riferimento ai giovanissimi studenti dell’Istituto tecnico industriale “Amedeo d’Aosta” dell'Aquila, iscritti al primo e al secondo anno nell’anno scolastico 2015-2016, quando animarono il team OSA - Open Stadium Acquasanta e parteciparono alla terza edizione di A Scuole di OpenCoesione.   

Nella città ferita dal terremoto del 6 aprile 2009, i ragazzi “erano entusiasti dall’idea di andare a monitorare una struttura per i giovani e per lo sport” continua la professoressa Iorio, che ha accompagnato le due classi del team nel percorso di monitoraggio civico. 
La struttura inizialmente doveva essere destinata al rugby e in seguito divenne un campo da calcio. Questo è una delle cause dei ritardi, ma anche la necessità - nel periodo immediatamente successivo al terremoto - di usare il campo come alloggio temporaneo per cittadini aquilani sfollati.

Il Team Open Stadium Acquasanta durante un sopralluogoDi fronte a questa situazione, gli studenti del team OSA seppero coinvolgere media e istituzioni, rendendo evidente che L’Aquila voleva lo stadio. “Non so dire quanto l'interesse dei ragazzi abbia contribuito a ‘sbloccare’ il progetto. Senz’altro erano riusciti anche a fare delle interviste in una radio locale e avevano dato risalto, amplificato la notizia” ricorda Anna Iorio. 

Tra le altre, la popolare testata giornalistica Newstown titolò così un articolo dell’aprile 2016: “Lo stadio di Acquasanta diventa ‘Open’ grazie al monitoraggio degli studenti”. 

“Possiamo dire che il nostro percorso ha accelerato i tempi di riapertura dello stadio, da oltre trent'anni in costruzione. 

 

Oggi abbiamo uno stadio senza barriere e i tifosi hanno accolto positivamente questa innovazione” commentava uno degli studenti, in un video del 2016. A luglio i ragazzi furono tra i protagonisti del Festival della Partecipazione, iniziativa a carattere nazionale organizzata a L’Aquila da importanti realtà associative a livello nazionale, tra cui Action Aid. Presentarono al pubblico il progetto di monitoraggio civico nell’ambito dell’evento #sottoscrutinio.

Nel settembre dello stesso anno, i ragazzi erano allo stadio a documentare la prima partita in casa dell’Aquila calcio. Tre anni dopo, nel 2019, tornano a seguire le vicende dello stadio di Acquasanta nell’ambito di un’edizione di ASOC Experience: in quell’anno l’impianto aveva ricevuto, finalmente, l’agibilità, cosa che permette tutt’oggi l’utilizzo di tutti i settori disponibili e lo svolgimento di qualsiasi evento sportivo all’interno della struttura. 

“Ricordo anni molto densi di iniziative. In città era stato istituito un ufficio della partecipazione. Riuscimmo e riuscirono ad allargare il discorso, ad interessare l’opinione pubblica. Quello dello stadio era un tema molto sentito: ricordo un buon riscontro anche sulla stampa. C’era un clima di gran coinvolgimento su questo e su altri progetti, alcuni anche relativi alla ricostruzione di alcune scuole, di cui adesso stanno finalmente per partire i lavori” ricorda Fabio Pelini, allora assessore alla Partecipazione del Comune de L’Aquila.

Tra i tanti meccanismi di coinvolgimento immaginati dal team OSA anche una petizione per chiedere agli studenti quale avrebbe dovuto essere il nome dello stadio, che il Comune aveva scelto di intitolare ad Italo Acconcia, calciatore ed allenatore nato negli anni Venti e originario della provincia aquilana, che aveva mosso i primi passi nella squadra cittadina. A prevalere l’indicazione del Gran Sasso d’Italia, la montagna più alta dell’Appennino, quella che domina la città. Un suggerimento ascoltato. L’impianto di Acquasanta è oggi lo stadio Gran Sasso d'Italia-Italo Acconcia.

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