Pillola n. 27 - Beni confiscati e politiche di coesione: progetti in attuazione al 31 dicembre 2015 e iniziative in corso

18/04/2016

La valorizzazione in chiave socio economica dei beni confiscati alla criminalità organizzata è una forma di intervento per lo sviluppo territoriale che, facendo leva su una originaria dimensione di svantaggio, trova un sostegno sempre più rilevante nell’ambito delle politiche di coesione che si propongono di contribuire alla valorizzazione degli asset territoriali delle comunità, ambito in cui la rilevanza dei beni confiscati nel contesto italiano è considerevole dal punto di vista della potenzialità d’uso a fini economici e inclusivi. Nella Pillola di OpenCoesione n. 19 è stato per la prima volta ricostruito (con dati aggiornati al 31 dicembre 2014) il contributo delle politiche di coesione 2007-2013 comunitarie e nazionali al tema, individuando quasi 200 interventi finanziati per la ristrutturazione e la riqualificazione di immobili confiscati a fini di riutilizzo civile, supporto della capacità istituzionale nella gestione dei beni confiscati, educazione alla legalità e inclusione sociale. Questa breve analisi è dedicata alle novità della programmazione 2014-2020 per la valorizzazione dei beni confiscati e all'aggiornamento al 31 dicembre 2015 dell’attuazione dei relativi progetti, così come pubblicati su OpenCoesione.

 

Le prospettive e le opportunità della programmazione 2014-2020

La gestione dei beni confiscati, coordinata dall’Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC), si qualifica appieno nei fini delle politiche di coesione 2014-2020, rientrando in modo più o meno specifico tra le priorità dell’Accordo di Partenariato Italiano, condiverse Azioni pertinenti i vari Obiettivi Tematici volte alla ristrutturazione e alla riqualificazione di tali immobili, al sostegno alla capacità istituzionale nella gestione dei beni, all’educazione alla legalità e all’inclusione sociale. Le Azioni cofinanziate dai Fondi Strutturali e di Investimento Europei 2014-2020 (Fondo Europeo per lo Sviluppo regionale – FESR - Fondo Sociale Europeo – FSE - Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale – FEASR - e Fondo Europeo per gli Affari marittimi e la Pesca - FEAMP) si integrano chiaramente con il supporto già in essere nell’ambito delle politiche di coesione nazionali (Fondo per lo Sviluppo e Coesione – FSC - e Piano d’Azione per la Coesione - PAC), e sono previste dai Programmi Nazionali PON “Legalità” e “Governance” e dai Programmi Regionali (POR). In particolare il PON “Legalità” dedica l’intero Asse 2, cofinanziato dal FESR, a rifunzionalizzare i beni confiscati con particolare riferimento all’accoglienza migranti e sostenere le aziende confiscate, parte dell’Asse 3, sostenuto da risorse FSE, ad azioni di formazione rivolte anche al privato sociale coinvolto nella gestione dei beni confiscati e, nell’ambito dell’Asse 4, promuove la realizzazione di una piattaforma open data sui beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, valorizzando e ottimizzando banche dati e strumenti già oggi sperimentati.

Per rafforzare strategia e attuazione degli interventi in questo ambito è stato inoltre definito negli ultimi mesi, con l’impulso del Dipartimento per le Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, un Piano di Azione nazionale “Beni Confiscati e Coesione Territoriale”. Anche su proposta dell’Associazione Libera, il Piano si pone come strumento di indirizzo operativo per una policy nazionale coordinata e si articola su tre assi di azione: Capacità di gestione e cooperazione istituzionale: per l’adozione di più efficaci e coerenti strumenti di governance e per lo sviluppo delle relative competenze; Welfare ed economia sociale: per utilizzare i beni immobili confiscati per migliorare i servizi pubblici e per creare nuova occupazione, attraverso l’adozione di modelli e strumenti di gestione, definiti a partire dalla valutazione delle buone pratiche fino ad oggi realizzate; Lavoro vero e sviluppo economico: per accompagnare e sostenere con rapidità la transizione alla legalità delle aziende sequestrate e confiscate, salvaguardando in tal modo l’occupazione dei lavoratori, attraverso l’utilizzazione di un sistema integrato di servizi ed incentivi.

 

L'universo dei beni confiscati

Al 31 dicembre 2015 l’universo di beni confiscati che si riferisce a quelli sottoposti a sequestro e confisca anche non definitiva, quindi in attesa di giudizio a seguito di impugnazione o ricorso, in Italiarisulta composto da 23.517 immobili e 3.498 aziende, con una forte concentrazione territoriale in Sicilia dove negli ultimi anni si è avviato un percorso di estensione del riuso di questi beni, anche per fronteggiare una delle dimensioni più rilevanti del disagio sociale, quale è quella abitativa. Nel novembre del 2015 è stato infatti firmato un primo Protocollo tra l’ANSBC e il Comune di Palermo che consente di riutilizzare, anche per emergenza abitativa, gli immobili confiscati. A seguito di tale Protocollo il Comune, seguito poi da altre Amministrazioni italiane come ad esempio il Comune di Reggio Calabria, ha aggiornato il proprio Regolamento interventi abitativi includendo anche gli immobili confiscati tra quelli da destinare al soddisfacimento delle esigenze abitative delle fasce più deboli della popolazione. 

 

Figura 1. Numero di beni confiscati per provincia 31 dicembre 2015

mappa beni confiscati Fonte: Confiscati Bene su dati ANBSC 

Nota: l’universo di beni confiscati si riferisce a quelli sottoposti a sequestro e confisca anche non definitiva, quindi in attesa di giudizio a seguito di impugnazione o ricorso.

 

La mappa (riportata in Fig.1) , navigabile online fino al livello comunale, riporta i dati di Fonte ANBSC aggiornati al 31 dicembre 2015 così come disponibili anche in formato open data sulla piattaforma di Confiscati Bene, progetto partecipativo della società civile per favorire la trasparenza, il riuso e la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, attraverso la raccolta, l’analisi dei dati e il monitoraggio dei beni stessi, recentemente arricchito anche da approfondimenti e visualizzazioni interattive sul fenomeno a livello europeo. Sul sito dell’Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata sono stati recentemente pubblicati dati aggregati e aggiornati a settembre 2015, mentre la sezione con i dati puntuali su beni e aziende risulta in fase di aggiornamento a causa di “riallineamento in corso con dati del Ministero della Giustizia”.

  

L’universo degli interventi sui beni confiscati nei dati di OpenCoesione al 31 dicembre 2015

Applicando i medesimi criteri di individuazione dei progetti già adottati per le analisi riportate nella Pillola di OpenCoesione n. 19, il contributo delle politiche di coesione 2007-2013 al tema dei beni confiscati si compone, al 31 dicembre 2015, di 232 interventi per un valore di circa 125 milioni di euro di finanziamento totale pubblico al netto delle eventuali economie. Rispetto alla precedente analisi (dati di dicembre 2014) si hanno complessivamente 42 progetti in più, quale risultato di 45 nuovi interventi e di un decremento di 3 progetti sostanzialmente mai avviati e quindi oggi inattivi. Si osserva invece a dicembre 2015 una diminuzione nei dati dell’ammontare di risorse pubbliche dedicate rispetto a fine 2014. Tale evidenza, tuttavia, può essere in parte dovuta anche a temporanei disallineamenti del monitoraggio che tipicamente caratterizzano la fase di chiusura di un ciclo di programmazione a seguito, ad esempio, di variazione del piano finanziario dei progetti con parziale copertura da parte di nuove fonti. Si tratta di quanto avvenuto, in particolare, per il progetto Sistema Informativo Telematico delle misure di prevenzione SIT, di cui il Ministero della Giustizia si avvale anche per la gestione di dati e informazioni su beni sequestrati e confiscati alle organizzazioni criminali. Con quasi 14 milioni di euro, di cui il 75% circa già pagati, questo intervento era a dicembre 2014 uno dei più rilevanti dal punto di vista finanziario mentre, con l’aggiornamento al 31 dicembre 2015, il monitoraggio riporta un piano finanziario significativamente ridotto, che sarà presumibilmente oggetto di riallineamento nei prossimi aggiornamenti del monitoraggio (al riguardo, si è infatti accertato che il progetto ha subito aggiustamenti contabili in relazione alle fonti di copertura).

 

Guardando allo stato dell’intervento sul territorio, il 54 per cento del costo dei progetti relativi a beni confiscati risulta concluso o liquidato, dato assai significativo se raffrontato all’analoga quota, pari al 30 per cento, calcolata sul complesso degli interventi finanziati dalle politiche di coesione (cfr. Pillola di OpenCoesione n. 26). La parte preponderante del finanziamento totale è associata, così come già nei dati di dicembre 2014, a progetti cofinanziati con risorse europee anche se ad oggi quasi il 20 percento del contributo totale e un +21 progetti rispetto a dicembre 2014 sono sostenuti da risorse esclusivamente nazionali. Vi è dunque un contributo crescente al tema da parte del Fondo per lo Sviluppo la Coesione e del Piano d’Azione per la Coesione.

 

Grafico 1. Il contributo delle politiche di coesione (comunitarie e nazionali) alla valorizzazione dei beni confiscati nel periodo di programmazione 2007-2013. Costo dei progetti per regione e stato dell’intervento. Milioni di euro, dati al 31 dicembre 2015.

 

Il Costo è il Finanziamento Totale Pubblico al netto delle economie; la voce ‘Concluso’ comprende i progetti conclusi e i progetti liquidati; la voce ‘Non avviato’ comprende anche assegnazioni del CIPE a progetti che non sono inseriti ancora nel monitoraggio dell’attuazione.

 

I progetti hard e soft

Oltre il 90 percento del finanziamento totale sui beni confiscati al 31 dicembre 2015 è associato a progetti di tipo cosiddetto hard (principalmente ristrutturazione e riqualificazione di immobili confiscati), di cui conclusi o liquidati per il 50 percento circa. Il resto degli interventi è di tipo cosiddetto soft (supporto alla capacità istituzionale nella gestione dei beni confiscati, educazione alla legalità e progetti collegati per l’inclusione sociale) e risulta concluso o liquidato per circa il 70 percento del costo totale.

 

Tabella 1. Il contributo delle politiche di coesione (comunitarie e nazionali) alla valorizzazione dei beni confiscati nel periodo di programmazione 2007-2013. Categorie di progetti hard e soft.

 

Totale interventi

Di cui: hard

Di cui: soft

 

Numero progetti

Costo Totale

(Meuro)

Pagamenti

(Meuro)

Numero progetti

Costo Totale 

(Meuro)

Pagamenti

(Meuro)

Numero progetti

Costo Totale 

(Meuro)

Pagamenti

(Meuro)

CALABRIA

61

29,37

19,24

60

28,71

18,99

1

0,65

0,25

CAMPANIA

36

34,65

20,61

22

33,63

20,20

14

1,02

0,40

PUGLIA

43

21,36

19,97

36

21,25

19,86

7

0,12

0,12

SICILIA

82

30,95

23,00

78

30,86

22,92

4

0,08

0,08

LOMBARDIA

2

0,67

0,52

-

-

-

2

0,67

0,52

AMBITO NAZIONALE

8

7,59

6,76

2

0,67

0

6

6,92

6,76

TOTALE

232

124,58

90,10

198

115,13

81,97

34

9,45

8,13

Il Costo è il Finanziamento Totale Pubblico al netto delle economie. Tre progetti risultano destinatari di risorse FSC assegnate con Delibere CIPE mentre per tutti gli altri la fonte è il Sistema di monitoraggio unitario gestito da MEF-RGS-IGRUE.

* sono definiti di tipo hard gli interventi di ristrutturazione e riqualificazione di immobili confiscati ai fini del loro riutilizzo civile (cfr. Metadati).

** sono definiti di tipo soft gli interventi di supporto alla capacità istituzionale nella gestione dei beni confiscati, di educazione alla legalità e di inclusione sociale (cfr. Metadati).

 

 

Tra i progetti di tipo hard, continua a distinguersi per valore l’intervento di Riqualificazione ambientale per la fruizione e il riutilizzo delle aree litorali e del patrimonio della Regione Campania con l’inclusione delle aree confiscate alla camorra, finanziato dal Fondo Sviluppo e Coesione per 12 milioni di euro: nel corso dell’anno il progetto, che risultava ancora interamente da pagare a dicembre 2014, ha raggiunto un avanzamento finanziario pari a quasi il 26 percento. È invece in Calabria che si registra il maggiore finanziamento associato a nuovi progetti di natura infrastrutturale, con il Programma del Piano d’Azione per la Coesione per la “Sicurezza e Legalità in Calabria” che stanzia circa 4 milioni di euro per la ristrutturazione di immobili a diversi fine. Tra l’altro proprio in Calabria ad aprile 2016 è stata avviata la procedura di affidamento in gestione di uno dei beni confiscati riconvertito con il supporto delle politiche di coesione: si tratta dell’Ostello della Gioventù, realizzato nel comune di Locri (RC) con il cofinanziamento del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. Il progetto, oggi concluso (come risulta anche dai dati di monitoraggio pubblicati su OpenCoesione), è stato seguito nelle sue varie fasi dagli studenti del Liceo Zaleuco di Locri nel corso dell’anno scolastico 2014-2015 nell’ambito del percorso didattico A Scuola di OpenCoesione fino alla notizia dell’apertura del bando con il quale il Comune lo affida in gestione.

 

Figura 2.  Immobile oggetto della confisca e successiva destinazione ad Ostello della Gioventù di Locri (RC)

progetto Locri

 

Tra i progetti di tipo soft, finanziati perlopiù dal PON Sicurezza 2007-2013, continua a evidenziarsi per valore il progetto R.E.G.I.O con cui l’ANBSC si dota di un sistema per la gestione informatizzata e operativa delle procedure di amministrazione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

Per ulteriori approfondimenti, sono disponibili il dataset con l'elenco dei progetti di OpenCoesione collegati al tema dei beni confiscati (aggiornamento al 31 dicembre 2015) e i relativi metadati, con dettagli sui criteri di definizione dell’universo di riferimento e sulla classificazione degli interventi nelle categorie hard e soft.